Descrizione
Storia
La zona fu abitata anticamente da popolazioni autoctone, come è testimoniato dalla presenza di circa venti nuraghi e da numerosi ritrovamenti archeologici anche all'interno della grotta di Monte Sa Cona, sfruttata dai pre-nuragici come luogo cimiteriale che ha restituito frammenti ceramici riferibili alla cultura di Bonnanaro.
I fenici e i punici sfruttarono le accoglienti coste teuladine a partire dall'età del ferro. Tra gli insediamenti di notevole importanza è quello di Malfatano, dove rimangono i resti del tophet punico nell'isolotto davanti alla spiaggia di Tuerredda, il sommerso porto di Melqart, e nei pressi della spiaggia di Piscinnì, un'antica cava punica.
In periodo romano sorse la città di Tegula localizzata nei pressi della costa, nel territorio oggi indicato come Sant'Isidoro.
Il centro si trovava lungo la via di comunicazione che collegava Karalis con Sulci.
Il villaggio costituitosi lungo la costa si è definitivamente spostato verso l'entroterra a seguito di continui attacchi da parte dei saraceni che rendevano insicure le coste, e a causa della malaria. Durante il Medioevo il paese fu annesso alla Curatoria del Sulcis ed entrò a far parte del Giudicato di Cagliari.
Il centro abitato si sviluppa con un andamento di strette stradine che si inerpicano nel vecchio centro storico ed altre che si sviluppano secondo un andamento rettilineo.
Patrimonio storico-artistico
Di notevole interesse nel centro teuladino è la Chiesa Parrocchiale della Madonna del Carmelo, dedicata alla Santa Patrona di Teulada: meglio conosciuta come la Madonna del Carmelo, Su Cramu, è la principale chiesa di Teulada, edificata a metà del 1600, presenta una facciata sobria di forme neoclassiche e conserva al suo interno notevoli arredi marmorei. L'edificio originale, quello che risale senza data certa al XVII secolo, è il transetto al quale è stata aggiunta la navata centrale, frutto di un ampliamento avvenuto nel 1794 e conclusosi nei primi anni del secolo successivo, secondo il progetto dell’architetto Giuseppe Maina. Transetto e navata formano così la classica pianta a croce latina tipica delle chiese di età romanica.
Interventi successivi hanno determinato l'attuale forma della chiesa della Vergine del Carmine che presenta una facciata lineare che termina con un timpano, a ricordare i templi di origine greca, ed è sormontata da una copertura a pianta ottagonale. L’unico ingresso alla chiesa è costituto da un portale in pietra sormontato da un rosone e circondato a destra e sinistra da due nicchie. A fianco si erge il campanile, restaurato di recente.
Anche internamente la chiesa è stata restaurata ma rimangono intatti e originali, una fonte battesimale, alcuni dipinti su tela, il pulpito e soprattutto un crocifisso del 1700.
La Chiesa Parrocchiale domina in altezza una piccola piazza del centro storico di Teulada, Piazza della Parrocchia, pittoresca e caratteristica del territorio, ben curata e strettamente legata alla tradizione delle feste del paese.
Ogni anno, infatti, il 16 luglio, questa piazza si anima in occasione della festa della Madonna del Carmine, santa patrona di Teulada, con processioni e riti civili accompagnati da canti e balli folkloristici.
La facciata chiara della Chiesa della Vergine del Carmine, inoltre, spicca tra gli edifici civili più bassi e colorati, in pieno centro storico.
All’interno della Parrocchiale della Madonna del Carmelo sono custodite opere pittoriche su tela a contenuto sacro, documenti e testi di grande valore storico, collezione di argenti, oggetti e opere che rappresentano un piccolo scrigno che custodisce la memoria storica di Teulada.
Davanti alla Chiesa Parrocchiale è situata la Casa Baronale dei Sanjust, feudatari di Teulada, oggi utilizzata per l'allestimento di mostre temporanee, eventi e convegni.
La Casa Baronale, situata nel centro storico del Comune di Teulada, è memoria di un tempo in cui il paese apparteneva all’omonima Baronia, in cui si susseguirono diversi signori, è simbolo della storia del paese, memoria dell'antica dominazione spagnola.
La casa ha assunto il nome dai Sanjust, ultimi feudatari e proprietari dell'antico palazzo.
Essi acquisirono il titolo di Baroni di Teulada dopo aver ereditato la tenuta nel 1736, e mantennero un ruolo di spicco sino alla fine del 1800.
La dimora baronale ebbe mutamenti nel corso dei secoli per le modifiche attuate dalle famiglie che si susseguirono, tuttora le porzioni della casa vengono chiamate con nomi diversi a seconda del proprietario: la porzione più orientale è nota come casa Spiga, mentre la maggiore porzione occidentale è nota come casa Calamida.
Completano il complesso l’arco di accesso al giardino al piano terra, che separa i due corpi di fabbrica, ed il vasto sistema delle pertinenze a giardino retrostanti.
Il fabbricato è caratterizzato da due prospetti rettilinei, quello frontale affacciato su Piazza Parrocchia e quello retrostante sul giardino, che si sviluppa su due piani.
La facciata è articolata da grandi finestre che illuminano entrambi i livelli; l'ingresso è evidenziato da una portale incorniciato e sormontato da un modesto balcone.
Attualmente il piano terra dell'edificio è destinato ad accogliere la Biblioteca Comunale, mentre il piano superiore della Casa Spiga ospita una grande sala detta sala conferenze. Altri ambienti attigui sono destinati a mostre ed esposizioni.
Nelle ampie sale del piano superiore sono ospitate diverse produzioni di scultura su pietra e oggetti in ossidiana, e la mostra fotografica, che mostra i graniti di Teulada, un omaggio al territorio, bellissimo e suggestivo, ricco di superbi graniti, veri e propri monumenti naturali.
Al piano terra della Casa Baronale è custodito l’Archivio Storico del Comune.
La Chiesa di San Francesco, di impronta tardo gotica, conserva un'aula coperta da capriate lignee e ha una facciata molto semplice con campanile a vela.
Nelle campagne sorge la Chiesetta di Sant'Isidoro, nel luogo in cui doveva trovarsi il primo insediamento della Teulada antica. A Sant’Isidoro è riservata la devozione più sentita, a maggio e ad agosto.
Ad agosto si svolge la festa in onore di Sant'Isidoro patrono degli agricoltori. La statuetta del santo viene portata in processione fino alla chiesetta campestre seguita da numerosi gruppi in costume che provengono da tutta l'isola.
Questa manifestazione richiama nel periodo estivo un notevole afflusso di turisti. Il santuario si trova nella piana di Tuerra, dove sorgeva il paese in età giudicale.
A causa di assalti dal mare ed epidemie, fu rifondato nel XVII secolo più all’interno, dove è attualmente. Le scorrerie dei pirati furono motivo dell’erezione di torri di avvistamento, tra cui una dedicata proprio a Sant’Isidoro e l’imponente torre del Budello.
Tradizioni
Un passato importante trapela fra le trame della vita di paese: gesti antichi, vecchi riti religiosi, pane tipico, un ricamo unico al mondo, le maschere carnevalesche, nuraghi e l’arte della pipa ottonata, sono solo alcune delle cose che questa terra ha da raccontare.
Le tradizioni sono molto sentite: l'artigianato spazia dal tessile, ai lavori in legno, in pelle e in ceramica. Anche il ricamo è praticato da tempi antichi e un particolare punto prende proprio il nome di punto Teulada perché qui inventato.
È una vera e propria arte quella del ricamo teuladino, caratterizzata da su puntu de nù, il punto a nodo o punto riccio, una tipica decorazione realizzata con un punto base su trama che realizza un vero e proprio nodo dal quale si generano geometrie perfette e disegni che si possono ammirare solo sul dritto, e su puntu de brodu, tipico del costume femminile.
Per i ricami si usa la tela sarda, quella grezza, di lino, tessuta al telaio tradizionale.
Il filo è una sorta di cordoncino bianco. Oggi, tuttavia, si usa anche la tela moderna, più delicata, mentre il bianco rimane la tinta preferita per la base.
Molto famoso per la sua particolarità e tipicità rispetto agli altri costumi della tradizione sarda è l'abito maschile di Teulada che risente di una forte influenza iberica. Il costume è composto da un sombrero grigio a larghe falde, da una giacca modello bolero di orbace scuro con bordi verdi e da una camicia con collo largo e colletto di tela di lino, alto e inamidato, ed un particolare amuleto chiamato sa punga a giunchiglia adoperato contro il malocchio. Le bragas, i pantaloni, sono ampie e arrivano a metà polpaccio.
Il pane tipico Sa tunda, è il simbolo di memorie e legami culturali e identitari del Basso Sulcis, riconoscibile per la forma tonda e le sue sette punte o pizzi, una per ogni giorno della settimana, come raggi di sole stilizzati che lo impreziosiscono e lo rendono unico.
Il paese di Teulada è riuscito a custodire antichi lavori artigianali che lo contraddistinguono rispetto al resto del territorio, tra questi c'è la creazione della pipa ottonata Sa pipa allutonada, caratteristica pipa teuladina realizzata in terracotta e rivestita di ottone, un tempo fumata da contadini, pastori e minatori. L'ottone è utilizzato come rivestimento, da questo prende il nome, arroventato e tagliato come un vestito su misura, e per fare il cappello. La pipa era usata da uomini che lavoravano all'aperto, e in caso di pioggia il cappello impediva che il fuoco si spegnesse. Per il cannello sono utilizzati diversi tipi di legno, come sambuco e noce, viene scavato con un ferro arroventato e lasciato in forma per ottenere la classica curvatura, poi viene pulito e decorato. L'anima della pipa è la terracotta, frutto di una miscela di argille, lasciata in ammollo poi setacciata, fatta asciugare e lavorata, poi messe a cuocere ed infine lucidate con la cera d'api.